The Cappa

Firenze e il suo territorio
Giardino di Boboli
Nel corso del Rinascimento lussuosi giardini vennero realizzati dai signori di Firenze: venivano sfruttate le pendenze del terreno per ottenere terrazze, gradinate, rampe, fontane e per stabilire un legame visivo tra giardino, paesaggio e architettura.

Il giardino così concepito divenne una delle più importanti espressioni dell'architettura cinquecentesca e il giardino di Boboli, costruito nel cuore di Firenze tra il Forte di Belvedere e la reggia medicea di Palazzo Pitti, ne è una testimonianza. Parco monumentale di altissimo effetto scenografico, è considerato uno dei massimi esempi di giardino all'italiana..

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Il giardino di Boboli si estende per quasi cinque ettari e la sua realizzazione ha interessato oltre quattro secoli di storia, dal Rinascimento all’Ottocento. Il patrimonio botanico si accompagna a vere e proprie opere d’arte, capolavori dell’architettura e della scultura.

Boboli è uno straordinario museo all’aperto, testimone dei fasti di un illustre passato, ma anche un caleidoscopio di giardini, diversi nelle ore e nelle stagioni, un universo che da sempre esercita sui visitatori un fascino indiscusso.

Il giardino di Boboli nacque come giardino di Palazzo Pitti, acquistato nel 1550 da Eleonora di Toledo, moglie del duca Cosimo I de’ Medici, quando il suo primo proprietario, il banchiere Luca Pitti, dichiarò fallimento.

Davanti al palazzo c’era uno spazio verde, l’Orto de’ Pitti, che Eleonora desiderava trasformare in un giardino. Il progetto della realizzazione del giardino fu affidato a Niccolò Pericoli e all’ ampliamento venne destinata la vasta area, originariamente a destinazione agricola, affacciata sui bastioni cittadini e sulla cinta muraria trecentesca.

Alla morte di Pericoli i successivi architetti rispettarono comunque il progetto precedente e costruirono dietro il palazzo, l’Anfiteatro destinato agli spettacoli di corte.
Al centro dell’Anfiteatro ora, si trovano il grande obelisco proveniente da Luxor e una grande vasca antica di granito la cui collocazione risale al 1840.

Vennero poi creati tanti piccoli boschetti composti prevalentemente da lecci, così come le alte siepi che delimitano i viali composte anch’esse di leccio nella parte superiore e di arbusti di varie specie nella parte inferiore.

Tra i diversi architetti che dopo Pericoli si occuparono del giardino e del palazzo, si segnala la figura geniale di Bernardo Buontalenti cui si deve la realizzazione della Grotta Grande detta del Buontalenti, uno dei capolavori di Boboli.

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